TERAMO – Proprio nel giorno della scadenza della presentazione delle liste per le elezioni di secondo livello alla Provincia nella nuova configurazione ‘amministrativa’, il centrodestra conferma le sue fibrillazioni rischiando di non presentarsi compatto a una competizione che, nei numeri, lo vedrebbe avere la supremazia. Dunque i candidati alla presidenza sono da un lato l’avvocato Renzo Di Sabatino, consigliere uscente del Partito democratico ed ex sindaco di Bellante; dall’altro l’imprenditore Gabriele Astolfi, imprenditore, sindaco di Atri e vicecoordinatore provinciale di Forza Italia. Ad appoggiarli, una lista per Di Sabatino (‘Casa dei Comuni’, al cui interno Sinistra ecologia e Libertà, confermando il proprio sostegno ha indicato Nicoletta Cerquitelli, consigliera a Silvi), due per Astolfi (‘Forza del territorio con Astolfi’ espressione di Fi e Costituente Popolare per Teramo, formata dalle componenti che fanno riferimento al deputato Paolo Tancredi, al consigliere regionale Mauro Di Dalmazio e all’ex vicesindco di Teramo, Dodo Di Sabatino Martina). E’ proprio da quest’ultima che arrivano i più fastidiosi scricchiolii. Li ha esemplificati nel pomeriggio in una intervista a Teleponte, il consigliere regionale Giorgio D’Ignazio. Che in sintesi ha detto: «Non è sicuro che appoggeremo Astolfi, manca ancora un tavolo di discussione sui programmi».
Malumore anche in Val Vibrata. Insomma la fibrillazione non è limitata alla valle del Vibrata, dove i primi cittadini sono ancora delusi dell’esito delle ‘miniprimarie’ del centrodestra che hanno sancito la risicata affermazione di Astolfi sul ‘loro’ candidato Umberto D’Annuntiis. Oggi è stato Leandro Pollastrelli, presidente dell’Unione dei Comuni, a sintetizzare la posizione della Vibrata di centrodestra: ampia libertà di espressione nel voto, senza direttive, «perchè ci sono candidati su entrambi i fronti». Insomma lo scenario disegnato al momento è quello di una bella discesa per Renzo Di Sabatino che dopo aver incassato l’unanimità alla sua candidatura all’interno del Partito Democratico e l’appoggio dell’altro più rappresentativo partito della sinistra (Sel), adesso sta lavorando da ottimo Richelieu ad attrarre le simpatie almeno del Nuovo centro destra, se non dell’intera frangia di opposizione a Paolo Gatti all’interno di Forza Italia.